- In dodici giorni, tre Dpcm. Ancora una volta, prima che potessero verificarsi gli effetti del decreto precedente, il Presidente del Consiglio è intervenuto nuovamente con misure più restrittive di quelle disposte una settimana prima.
- Nuove limitazioni sono decise senza disporre di elementi per poter valutare che ognuna di esse sia davvero necessaria (non semplicemente utile), proporzionata rispetto allo scopo e meno penalizzante possibile, anche a seguito di un bilanciamento di interessi.
- A differenza dei mesi scorsi, oggi le persone sanno che c’era il tempo di arrivare preparati alla seconda ondata, capiscono che non si è fatto quanto dovuto – dalle terapie intensive ai tracciatori dei contagi – e non è più disposta a pagare le inefficienze della cabina di comando.
È stato emanato l’ennesimo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm). Ancora una volta, prima che potessero verificarsi gli effetti di quello precedente (18 ottobre), il vertice dell’esecutivo è intervenuto con misure più restrittive . In dodici giorni, tre Dpcm. Il metodo è lo stesso utilizzato nei mesi iniziali della pandemia, quando l’emergenza da Covid-19 si era improvvisamente abbattuta come uno tsunami. Oggi l’evento - la seconda ondata di contagi - non è inatteso. Quin



